Saturday, April 23, 2005

Matrimoni gay, la Chiesa spagnola inizia la crociata

Matrimoni gay, la Chiesa spagnola inizia la crociata

È "arbitrario" e contrario al bene comune il riconoscimento da parte dello Stato del "diritto inesistente" al matrimonio tra persone dello stesso sesso. È la posizione della Conferenza episcopale spagnola, dopo il via libera del parlamento spagnolo al matrimonio tra omosessuali. Ed è polemica anche in Italia.

«L'Unione cosa ne pensa?» è stata la provocazione del capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volontè. E la stessa domanda la pone a Romano Prodi l'ex-presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Le repliche del centrosinistra non si sono fatte attendere. Primo fra tutti il leader della Margherita Rutelli: «Abbiamo un articolo della Costituzione che è molto chiaro».

La legge, che consentirà a persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare bambini esattamente come gli eterosessuali, ripropone lo scontro fra le due anime della Spagna cattolica e socialista ed è stata criticata duramente dai vescovi spagnoli e, a suo tempo, dall'allora cardinale Joseph Ratzinger come «distruttiva per la famiglia e la società».

La riforma rende anche più agile il divorzio rendendo possibile presentare domanda dopo tre mesi dal matrimonio, senza separazione previa e senza cause di colpevolezza. La riforma mantiene la polemica custodia condivisa dei figli che può essere decisa dal giudice su richiesta di uno solo dei due coniugi. Ma il governo si è detto pronto a «ritoccare» questo punto.

La legge sul matrimonio omosessuale, che, come quella sul divorzio, passerà ora al senato, senza molti dubbi sulla sua approvazione finale malgrado i popolari siano là il principale partito, dovrebbe entrare in vigore in estate.
Essa modifica il codice civile vigente in 16 articoli, sostituendo di fatto le parole «marito e moglie» con «i coniugi» e «padre e madre» con «genitori». Viene inoltre ampliato l'articolo 44 con la seguente dizione: «Il matrimonio avrà gli stessi requisiti ed effetti quando i contraenti siano dello stesso o di differente sesso».

«È un giorno storico per tutti i cittadini che credono nell'eguaglianza, la giustizia e lo stato di diritto» ha detto Beatrice Gimeno, presidente della federazione statale di lesbiche, gay e transessuali i cui rappresentanti nella camera avevano le lacrime agli occhi. Il ministro della giustizia Juan Fernando Lopez Aguilar ha affermato che con il matrimonio omosessuale si adempie il mandato costituzionale di eliminare le barriere di disuguaglianza e discriminazione.

Il Consiglio generale del potere giudiziario (Cgpj) ha da parte sua espresso dubbi sulla costituzionalità del testo di legge in quanto «il matrimonio o è eterosessuale o non è».

Il Pp ha sottolineato che la sua opposizione non è nei confronti dei diritti, che invece difende, di gay e lesbiche, ma ad una legge che equipara la loro unione al matrimonio tradizionale.

La Conferenza episcopale ritiene che la riforma approvata «introduce un pericoloso elemento di dissoluzione dell'istituzione matrimoniale e con essa del giusto ordine sociale». Secondo il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid ed ex presidente della Conferenza, la riforma non è coerente con la traiettoria della democrazia moderna «concepita intorno alla persona umana ed ai suoi diritti fondamentali».

Contro l'iniziativa di legge si erano espressi cristiani ed ebrei chiedendo al parlamento di non consentire che le unioni omosessuali siano equiparate al matrimonio distruggendone così «essenza e identità» che sono parte integrante della «tradizione giudaico-cristiana». In un documento senza precedenti sottoscritto da rappresentanti delle fedi cattolica, ortodossa, evangelica ed ebraica, e diffuso dalla Conferenza episcopale, si affermava che i diritti degli omosessuali pur sacrosanti «non dovrebbero influire sull'essenza e l'identità del matrimonio» e che comunque una legge richiederebbe «riflessione, un ampio dialogo e un vasto consenso sociale»
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Il governo, per bocca del segretario di stato alla giustizia Luis Lopez Guerra, aveva risposto affermando che la legge «è un'iniziativa meditata» che «conta su un ampio appoggio dell'opinione pubblica» e seguirà il suo iter.

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